La vite

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Cenni storici

La vite è una pianta antichissima che da milioni di anni è presente nelle zone temperate del pianeta , la sua apparizione ,  o  quella di una sua progenitrice, pare risalga a  circa 230 milioni di anni fa. Sono stati trovati fossili nelle Americhe e nella Russia asiatica.  In Italia sono stati scoperti fossili di almeno 1 milione di anni. Con il passare dei secoli  sono scomparse molte famiglie di  vite mentre rimane la Vitis vinifera.  Nel 9000 avanti Cristo l'uomo migra va  con il cambio delle stagioni mentre nel 6000  avanti Cristo la stabilità diventa un'esigenza e l'uomo comincia a dissodare la terra e  ad allevare e addomesticare animali.  Si insedia in caverne e palafitte e usa la pietra come utensile e come arma. La nascita della viticoltura si può datare intorno al 4000 avanti Cristo, alcuni attrezzi sono stati rinvenuti tra il Tigri e l'Eufrate, nel Mar Caspio e nel Golfo Persico.  Con molta probabilità è proprio da qui che  è nata la viticoltura.   Nel  monte Ararat, punto di approdo dell'arca di Noè, sono stati rinvenuti due grandi serbatoi di un liquidò molto simile al vino databile 1000 avanti Cristo.  La  " scoperta "  di questa bevanda coincide con il passaggio dal nomadismo  agli insediamenti stabili dell'uomo. La Vitis vi nifera si è  quindi diffusa dal 6000 avanti Cristo nei territori euro asiatici e solo tre 5000 e 2005 avanti Cristo  ha raggiunto l'Europa continentale  attraverso la Grecia.  In Italia sono gli etruschi, un popolo molto evoluto, a migliorarne le pratiche enologiche.  Oggi l'Italia è il primo paese viticolo del mondo e l'Europa detiene il'60% della produzione mondiale.  Tra le varie specie esistenti la più importante è sicuramente la vitis vinifera alla quale appartengono quasi tutte le varietà da frutto.La vite può vivere e fruttificare solo dove esistono le quattro stagioni. Già al tempo dell'Impero Romano vi erano circa 140 tipi di vino che circolavano a Roma che, per via dell'estensione dell'Impero, arrivavano da ogni parte. Dopo la caduta dell'impero il vino e la vite subirono una grave involuzione e resistettero bene solo all'interno dei monasteri. In seguito grazie a Carlo Magno, grande estimatore, il vino conobbe un nuovo boom. La vite era coltivabile senza grossi problemi fino a che, circa 200 anni fa, dell'America sono arrivati dei parassiti che hanno quasi portato all'estinzione la vite europea. Quelli degni di nota e molto pericolosi sono: La fillossera, che attacca le radici della pianta, la peronospora e l'oidio, che attaccano foglie e grappoli. Per tali motivi oggi si combattono ancora questi parassiti con prodotti a base di rame per la peronospora e zolfo per l'oidio. Questo tipo di trattamenti oggi sono molto meno "velenosi" che in passato ma efficaci e soprattutto necessari. Gli interventi vengono eseguiti a distanza di circa 10-12 giorni l'uno dall'altro. Il primo si effettua alla comparsa dei grappoli per evitare che vengano subito attaccati dalla peronospora l'ultimo almeno 45 giorni prima della vendemmia, questo per evitare che tracce di questi prodotti creino problemi alla fermentazione alcolica. Per la fillossera il problema è stato risolto con l'utilizzazione dell'apparato radicale americano che ne è immune. Oggi le piante europee hanno tutte il basale portante le radici di tipo americano, la parte fruttifera invece è europea e viene applicata per mezzo di un innesto. 

La vite

E' una pianta arborea rampicante che per crescere  ha bisogno di tutori. Se la pianta non viene potata si comporta come una liana e  può raggiungere  lunghezze ed altezze notevoli attaccandosi agli alberi, su pareti rocciose, o coprendo il  terreno. È dotata di un apparato radicale molto sviluppato che può superare anche i 10 metri di lunghezza e, grazie a questo, una pianta adulta può essere autosufficiente dal fabbisogno di acqua oltre ad andarsi a cercare elementi nutritivi anche in profondità.  Ha un fusto anche di lunghezza notevole da cui si dipartono numerosi rami, detti tralci. Le foglie sono semplici e costituite da cinque lobi principali più o meno profondi, su una forma di base a cuore. Le foglie sono un carattere molto importante per il riconoscimento dei vitigni. I frutti sono delle bacche (acini) di forma e colore variabile: gialli, viola o bluastri, raggruppati in grappoli. Presentano un esocarpo pruinoso (buccia), un mesocarpo con cellule piene di succo da cui si ricava il mosto (polpa) ed un endocarpo formato da uno strato di cellule che delimita le logge contenenti i semi (vinaccioli).

Il ciclo della vite

L'Italia è il più vasto deposito genetico del mondo con moltissimi vitigni autoctoni   oltre ad avere terreni tra i più adatti  per la coltivazione della vite  e   con più del 41% del territorio collinare, il posto ideale per la vite. Questo si deve aggiungere che l'Italia ha il clima migliore in assoluto in Europa.   Ogni anno la vite, quando è a riposo vegetativo, deve essere potata per ottenere una buona produzione sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. Dal tipo di potatura dal numero di piante per ettaro e dal tipo di vigneto dipende in gran parte la qualità e la quantità dell'uva. Con la potatura vengono eliminati i tralci che hanno già dato il frutto, (se non fossero tagliati la pianta crescerebbe a dismisura e si spoglierebbe della vegetazione fruttifera, la vite è un vegetale parente della liana). I sistemi di potatura sono di diverso tipo a seconda dei fattori climatici e del tipo di vigneto. Nei climi ed ambienti più consoni alla coltivazione si cerca, dopo un'adeguata potatura, di avere dalla pianta la massima espansione vegetativa. Non dimentichiamo che più vegetazione c'è più è accentuata la fotosintesi clorofilliana e più zucchero ci sarà nell'acino (questo è uno dei motivi per cui si stà tornando decisamente ad impianti di vigneto a "filare", dato che essi garantiscono un maggiore sviluppo fogliare ed una esposizione al sole maggiore).  Il tralcio si pota più o meno corto a seconda dell'uva che si vuole produrre; più gemme avrà il tralcio più uva produrrà la vite e minore sarà la qualità. L'esposizione migliore che la vite può avere è quella a sud  e sud est per un ovvio motivo di esposizione al Sole, ed in collina. Le piantine (denominate barbatelle quando vengono acquistate in vivaio prima di essere piantate), cominciano a produrre intorno al 3° o 4° anno di età, raggiunto il 6° anno si otterrà già un'ottima produzione. Il ciclo della vite durerà fino ai 30 anni,  dopo  potrebbe non essere conveniente coltivarla e conviene estirpare il vigneto,  ma puo arrivare a 50 anni. Far riposare il terreno qualche anno e  successivamente reimpiantare.  In primavera la vite ricomincia a vegetare ,   per poi fiorire, a cui seguirà la formazione di piccoli grappoli (allegagione). Prima dell'estate noteremo i grappoli già formati e verdi, mentre in piena estate c'è la fase dell'invaiatura dove l'acino,  per dilatazione cellulare ,si ammorbidisce e prende il colore (giallo o rosso) della buccia. Il momento della raccolta dipende molto dal vino che si vuole ottenere , da dove si coltiva e dal tipo di vitigno. Se si deve produrre uno spumante la raccolta sarà leggermente anticipata per avere una quantità di acidi superiore nell'uva (per motivi che non stò ad elencare), man mano che l'uva matura diminuiscono gli acidi e crescono gli zuccheri (vi sono anche altri che variano). Quando il bilanciamento  è considerato ottimale si raccoglie l'uva cercando di rovinare gli acini il meno possibile, l'uva viene portata in cantina per la vinificazione. Il ciclo poi ricomincerà nuovamente.

Massimiliano De juliis